Mosca bianca
“La natura trova sempre un modo” leggo nelle didascalie di video che mostrano piante crescere stoicamente in condizioni estreme. Timelapse di girasoli che spostano coperchi, alberelli coraggiosi che crescono nelle aridità urbane.
La natura trova sempre un modo, tranne quando devo mettere dei fiori alla finestra. Le esigenze della natura a quel punto si dimostrano problematiche fin dalla scelta del terreno. Vorrai mica mettere questa margherita in un terriccio povero di calcio? Ma dove credi di andare? E poi c’è da considerare anche l’aspetto della capacità di tenuta dell’acqua. Quanta argilla c’è in questo mix? Il ph? Dalle da bere il giusto. E questo “giusto” è una finestra piccolissima tra marciume radicale e disidratazione entro cui stare. Devi tastare con il dito, è secco il terreno? Ah no, è umido? Eh ma devi penetrare sotto di 1 cm per capire veramente la situazione. Insomma, fai uno studio multidisciplinare che comprende anche pseudoscienze varie, e cerchi di darle da bere “il giusto”. E la concimazione: mi raccomando un equilibrato rapporto di minerali. Ma questa deve essere effettuata anche tenendo presente le proprietà del terriccio che hai scelto.
La miserabile si fa comunque attaccare da un parassita: la mosca bianca. Ti viene spiegato che succede se la tieni in un ambiente caldo e umido. Capito, imbecille? Ovvio: no ambiente caldo e umido. Quindi adesso ti compri un disinfestante naturale costosissimo, così impari a mettere dei fiori dentro quell’ambiente caldo e umido che si chiama pianura padana.
La natura non è che trovi sempre un modo: la natura è beffarda. La trovi per strada a crescere tra le crepe dei marciapiedi e farsi mandare l’Amia dall’assessore Benini. E nel frattempo a casa, dopo averle cambiato due volte posizione per una corretta esposizione solare (non troppa e non troppo poca) e dopo averle dato più attenzioni che a un golden retriever, la tua margherita è deceduta miseramente al termine di un’estenuante lotta contro se stessa.